"La grandezza ispira l'invidia, l'invidia genera rancore, il rancore produce menzogne." Che bello è aver iniziato a leggere la saga di Harry Potter, andando avanti il ritmo si fa sempre più incalzante, tutto gli intrighi e gli enigmi rendono la storia accattivante, gli studenti di Hogwarts non sono più tranquilli e sereni, si trovano un una situazione di costante pericolo, nonostante le protezioni di Silente contro Lord Valdemort. Chi è il Principe Mezzosangue proprietario del libro del ricettario di pozioni utilizzato da Harry? Una figura misteriosa e dal talento eccezionale, capace di rendere sua una pozione senza comprometterne la qualità. Ci sono i continui viaggi nel tempo che Harry ora più forte e maturo riesce ad affrontare insieme a Silente, tramite i quali scopriamo la vita di Lord Valdemort, scoprire il suo vissuto per combattere le sue azioni future. Ciò che colpisce in questo libro è la forza interiore di Harry che diventa più consapevole che niente può essere assunto senza considerare in prima persona sfumature e contesto. “Harry Potter e il principe mezzosangue” è in definitiva un romanzo coinvolgente e persino commovente che si legge tutto d’un fiato. Personalmente l’ho apprezzato perché ritengo che in questo sesto libro la Rowling abbia saputo miscelare un intreccio sviluppato su più fronti, una ricerca a metà fra lo psicologico e il giallo, una dose non esagerata di azione, una curata analisi dei personaggi. "Era importante, aveva detto Silente, combattere, e ancora combattere, e continuare a combattere, perché solo così il male poteva essere tenuto a bada, anche se non poteva mai essere completamente sradicato..."